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Qual è il soggetto delle affezioni? Chi, o che cos'è in noi che precisamente prova gioia o dolore, desidera o aborrisce qualche cosa? L'anima? Il corpo? Una terza cosa che scaturisce dalla loro unione? Questo interrogativo non è stato sollevato da un filosofo della mente del ventesimo secolo, ma da Plotino, il filosofo che, tra i seguaci di Platone, potrebbe sembrare il più alieno dal preoccuparsi dell'interazione fra anima e corpo. Al contrario, questo scritto testimonia, nel suo andamento problematico e nella soluzione che propone una riflessione su di una delle questioni perenni del platonismo, il cosiddetto dualismo di anima e corpo.